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Karate Persiceto

KARATE PERSICETANO

Il karate persicetano nasce come spesso succede da alcune concomitanze:
1°-Qualcuno è incuriosito da questo nuovo “sport” che è approdato in Italia, la vicina Bologna è una delle poche città dove si sono aperti dei corsi e qualcuno inizia a praticare (mi ricordo ad esempio Maurizio Bugli che frequentava il Musokan).
2°-La Polisportiva Persicetana è da sempre attenta alle nuove esperienze.
3°-Uno degli istruttori è della vicina Sant’ Agata e così nel 1973 Natale Pettazzoni (mio compagno di allenamento al Musokan) inizia ad insegnare questa nuova disciplina.

 

karate persiceto 2

Al Musokan 1976

Da sinistra:
Ruiz Ruffini, M°Beppe Perlati, M° Nando balzarlo, M° Shirai, M° Kase, M° Baleotti Sandro Muzzi, Io con barba, Natalino Pettazzoni.

 

In poco tempo si raggiunge un buon numero di allievi, diversi sono quelli incuriositi che si cimentano, possiamo ricordare Silvano Monti che diventerà la prima cintura nera di Persiceto, Fausto Cotti , Luciano Borghesani (che è arrivato fino a quarto dan) Gianni Ballotta, Giorgio Melò, Claudio Federici e tanti altri.
I corsi si tengono in spazi scolastici, Natale (più notoriamente Natalino) imposta gli allenamenti in maniera molto metodica e ripetitiva, non iscrive nessuno alle competizioni.

Personalmente ho alcuni ricordi di quel periodo:
- Una dimostrazione a cui ho partecipato nella sala “Cheek to cheek”.
- Un arbitraggio al Palazzetto delle piscine di un campionato regionale con una neve, ma una neve….! (sicuramente diversi di voi la ricorderanno perchè fu memorabile!); l’energia elettrica mancò in tutta la zona per quasi tutto il giorno (e quindi anche il riscaldamento erafermo!), arbitrammo gli ultimi incontri battendo i denti, quasi al buio.
- Alcune sostituzioni nel periodo che Natalino prestava servizio militare, ricordo una di queste supplenze, nella palestra De Maria, dove mi arrabbiai moltissimo per la “troppa tranquillità” che trovai negli allievi, ma fu difficilissimo smuoverli.

Poi il cambiamento.... Natalino fece la scelta di andare ad insegnare a Zola Predosa, in una palestra privata e mi offerse la possibilità di sostituirlo, fino a quel momento avevo tenuto dei corsi al Musokan, o altre piccole esperienze, non vedevo l'ora di avere dei corsi tutti miei.

Così, dopo un apuntamento per gli accordi con l'allora presidente della sezione Giuliano Altafini (che è ancora presente e praticante), nel settembre dell' '80 mi presentai alle scuole Mameli ed iniziai. Penso che per gli allievi, l'impatto del cambiamento fu forte, come ho gia detto, Natalino ed io, venivamo entrambi dal M° Perlati ma avevamo un carattere completamente diverso. Metodico ai massimi livelli lui, tanto che ogni lezione era la fotocopia della precedente, all'esatto opposto io, tanto che non ho mai fatto una lezione uguale ad un'altra.

Non persi nessuno, anzi dopo poco tempo si presentarono alcuni che avevano precedentemente smesso.

Spinsi diversi di loro a fare gli agonisti, facevamo dimostrazioni dappertutto, molti partecipavano a stages...una bella rivoluzione insomma.

Lo Shotokan persicetano incominciava a farsi conoscere anche all'esterno, anche il dopo allenamento era più "movimentato", abituati all'unica uscita con pizza a fine stagione dove ognuno parlava del più o del meno con quello di fianco, si passò con me, ad uscite più frequenti, con modalità spesso "inusuali", la birra (beh è meglio dire le birre) diventavano una scusa per prosceguire l'allenamento dovunque fossimo, per entrare in tanti argomenti non affrontabili in palestra, per affrontare quella parte del Karte più introspetiva.

Il trekking in montagna in primavera o in autunno divenne un altro modo di stare insieme, stare insieme all'aria pura, faticando con lo zaino sulle spalle, misurandosi, scambiandosi i panini portati da casa.

karate persiceto 1

Alla palestra Mameli

Da sinistra in ginocchio:

Giorgio Melò, Fabrizio Masini, Claudio Federici, Luciano Borghesani.
Dietro:

Stefano Bencivenni, Io, Gianni Ballotta, Bruno Ferioli, Fauso Cotti, Guido Dallari, Franco Verlicchi

 

La palestra comunale comunque ci andava un po’ stretta, chiusa per elezioni….per manutenzioni….. aperta solo ai ristretti orari consentiti…. con il custode che deve aprire e chiudere (chi non si ricorda del buon Montori ?!), mancavano spazi in più per prepararsi alle gare o ad un esame. Finalmente si concretizza il progetto di una palestra di Arti Marziali e nel 1990 si apre la “Newton”; il Judo e lo Yoga in una sala e Karate e Danza nell’altra.
Una pedana in legno rialzato invidiata da molti, con gli arredi e quant’altro occorre per essere in un vero Dojo ! , ma una cosa soprattutto otteniamo: le chiavi !!!!
E così, oltre ai corsi serali che iniziano il primo settembre per terminare il trentun agosto e così via…. Ecco allora che spuntano saltuariamente i sabati, le mattine presto presto prima di andare al lavoro (ma presto eh !!!), i venerdì a mezzogiorno, il ferragosto ecc.; per chi ha voglia di fare, le possibilità non mancano.

 

karate persiceto3

 

Davanti alla tigre Shotokan,dipintaci da Rosa Kuan

Foto scattata prima della partenza per lo stage/vacanza in Olanda

In piedi da sinistra:
Paolo Villani, Fabio Garagnani, io, Ulisse Passerini.

Accosciati:
Kyara Serra, Miki Garagnani e Lollo Faggion.


La palestra “nostra” ci ha dato anche la possibilità di stare insieme maggiormente ed allora nasce una tradizione: - la Festa di Natale ! – e la pedana allora diventa sala da pranzo dove ognuno porta ciò che ha fatto, diventa sala dove si canta e si balla (chi meglio chi peggio!), diventa luogo dove scambiarsi gli auguri e i regali, dove si fa il sunto di fine anno……

 

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Dimostrazione di Kaishu no kata con Ulisse Passerini e Paolo Villani ai Camp.Italiani 2001

 

Poi un altro definitivo spostamento: il Palazzetto del pattinaggio è stato ristrutturato con l’aggiunta di tre belle ed ampie sale e diviene così Polivalente, nuoto a parte per ovvi motivi, tutte le attività della Polisportiva (segreteria compresa) si sono condensate in questa bella struttura di via Muzzinello 17.
Così, approfittando di questo cambiamento mi sono sentito di fare questa proposta: il cambiamento del nome del club.
Nella tradizione giapponese, l’istruttore che apre un nuovo dojo si consulta per il nome da attribuire con il proprio Maestro, come Vi ho già raccontato prima, quando venni a Persiceto ereditai il nome Shotokan.
Trovavo questo nome un po’ generico e soprattutto già utilizzato da tanti clubs in Italia, preferivo un nome che avesse un significato più legato a me, ma mi sembrava troppo il cambiamento per gli allievi, quindi aspettai momenti migliori.
Dopo qualche anno ci fu richiesto di aprire un corso anche a Sant’Agata, dopo una dimostrazione pubblica iniziammo i corsi che venivano tenuti da me inizialmente per poi man mano lasciarli ad uno dei miei vecchi allievi.
Dopo un allenamento al Musokan, chiesi al Maestro Shirai un nome da dare alla nuova palestra.
Mi chiese cosa mi sarebbe piaciuto e gli dissi che ciò che mi interessava maggiormente nella mia palestra era che ci fosse un buon rapporto reciproco con gli allievi, io pensavo molto al loro miglioramento e da loro mi aspettavo che fossero legati a me per come ero, un rapporto insomma che non fosse basato solo sull’insegnamento della tecnica.
Mi disse il Maestro:
- “In giapponese, quello che vuoi, si dice : SHITEI (letteralmente Maestro-allievo )”-
- Nelle Arti Marziali, il concetto definisce il rapporto reciproco del Budo tra i due, che si instaura sulla base di un accordo nel quale l’ allievo promette di accettare i presupposti essenziali del Maestro che, a sua volta, promette di guidare l’ allievo nella via del Budo.
- L’attuarsi di questo rapporto passa da queste tre componenti : Giri (senso del dovere),
- Nesshin (diligenza) e Jitoku (autoapprendimento)

Utilizzai così questo nome per il club di Sant’Agata, ma dopo qualche anno, purtoppo, la palestra venne chiusa.
Cogliendo ora l’occasione dell’inaugurazione del nuovo impianto ho pensato di riappropriarmi del nome datomi dal Maestro Shirai , quel nome che significa ciò che in questi anni non ha fatto altro che consolidarsi.

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